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Giorgio Cutini Fotografo

Archivi per Marzo 2019

28 Marzo 2019 by admin-giorgiocutini

“Io nel pensier mi fingo…”

Ascoli Piceno (AN), Galleria Civica D’Arte Contemporanea “Osvaldo Licini”, 30 marzo – 30 giugno 2019, a cura di Stefano Papetti

“Io nel pensier mi fingo…”
L’atmosfera leopardiana nell’opera di Giorgio Cutini.
In occasione del nostro primo incontro destinato a definire i contorni di questa mostra, non è stato difficile convincere Giorgio Cutini a selezionare, nella sua vasta produzione, una serie di suggestive immagini legate al tema del paesaggio; un argomento che percorre tutta la poetica di Cutini e che ci consente di esaminare opere realizzate in periodi diversi, estrapolate dalle varie serie realizzate nel corso degli anni.
Il lirismo che sottende tutte le espressioni artistiche del fotografo marchigiano mi ha indotto a cercare un fil rouge leopardiano, che giustifica la scelta del titolo “Io nel pensier mi fingo…”, un esplicito richiamo alla poesia perfetta, “L’Infinito”, della quale ricorre quest’anno il duecentesimo anniversario della sua pubblicazione… [Leggi di più…] info“Io nel pensier mi fingo…”

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28 Marzo 2019 by admin-giorgiocutini

“Incanto e sacrificio”

Loreto (AN), Cantine del Bramante, 17 marzo – 12 maggio 2019, a cura di Vito Punzi, testi di Diego Mormorio

“…Le fotografie di Cutini sono state riprese diversi anni fa, ma sembrano fatte appena ieri, forse domani. Le figure escono dal buio. Dal buio della nostra esistenza, e si fanno strada nella luce.
La processione comincia all’imbrunire, dalla chiesa di San Rufino, protettore di Assisi, dirigendosi, con alla testa la Madonna dei Sette Dolori, verso la basilica di San Francesco, dove si trova il Cristo morto. Da qui, riparte, ormai nel buio della sera, per attraversare le vie della città affollate di gente. Spiccano i camici bianchi dei Crociferi con i volti coperti e con la testa incoronata di spine, la croce di legno in spalla. I canti si spandono nell’aria.
Nel buio, il luogo diventa indefinito e potrebbe essere qualunque angolo del mondo: tutto il pianeta diventa un unico luogo, dentro il medesimo destino. Alcune inquadrature sono davvero suggestive, con il mosso che sembra trascinarci in quell’evento senza tempo, che dal passato raggiunge il futuro e che da lì torna al passato. Il bianco e nero è qui fondamentale. Al di là dall’essere una semplice scelta estetica è quasi una necessità metafisica: pone in risalto il dialogo tra il buio e la luce, il nostro cammino dentro la notte verso la chiarezza del giorno…”. Diego Mormorio

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